Dopo aver scoperto come fare un impianto elettrico industriale, scopriamo oggi come dev’essere realizzato l’impianto elettrico di un’autorimessa. L’impianto per questo tipo di attività, infatti, pur non essendo particolarmente complicato, deve rispettare determinati vincoli se c’è il rischio concreto di esplosioni e incendi. Entriamo nel dettaglio.
Linee guida per l’impianto di un’autorimessa
In linea di massima, per fare l’impianto elettrico di un’autorimessa bisogna seguire la norma CEI 64-8 e il DM 37/8, con una particolare attenzione alla sicurezza. Il grado di protezione minimo consigliato per le autorimesse è l’IP44, cioè protezione contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1mm e contro l’accesso con un filo e contro gli spruzzi d’acqua, secondo quanto definito dalla norma EN 60529; inoltre, i componenti dell’impianto devono essere installati a 115 cm di altezza, in modo da garantire un’adeguata protezione meccanica e risolvere allo stesso tempo il problema delle barriere architettoniche. Se l’area del locale della rimessa è superiore ai 300 metri quadri, dev’essere installato uno sgancio d’emergenza che tolga la corrente a tutto il locale e ogni singola sorgente di alimentazione. L’illuminazione dev’essere adeguata alle esigenze di chi lavora nell’autorimessa: per avere un’illuminazione sufficiente si possono seguire le indicazioni della UNI EN 12464-1, oltre alla UNI 1838 che indica le caratteristiche di un’efficiente illuminazione di sicurezza.
Progetto dell’impianto di un’autorimessa: quando è necessario?
Affidare la progettazione dell’impianto elettrico dell’autorimessa è necessario solo se la superficie del locale supera i 200 metri quadri, se l’autorimessa è alimentata in bassa tensione con potenza superiore a 6 kW ed è a forte rischio di incendio o a pericolo di esplosione e, infine, se l’autorimessa fa parte di una struttura residenziale più grande di 400 metri quadri. In ogni caso, è bene affidare la progettazione e l’esecuzione dei lavori a un professionista o un’impresa abilitati, che garantisca un lavoro preciso secondo le norme di legge, faccia le necessarie verifiche e rilasci una dichiarazione di conformità: l’impianto elettrico deve garantire sempre sicurezza e affidabilità. Non va trascurata neppure la manutenzione.
Pericolo di esplosione: le cose si complicano
I rischi di incendio ed esplosione potrebbero far lievitare i costi dell’impianto elettrico di un’autorimessa. Secondo il D.Lgs 9 aprile 2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), infatti, sono a obbligo di denuncia le installazioni elettriche nei luoghi dove, per la presenza di gas e vapori e di polveri combustibili, c’è il pericolo concreto di esplosione. Questo pericolo può essere considerato “scongiurato” purché nell’autorimessa vengano ammesse solo auto a benzina, GPL, GNS e gasolio, non ci siano altre sostanze infiammabili oltre ai carburanti delle auto, non si riempiano o si svuotino i serbatoi delle auto, non si intervenga sui circuiti dei carburanti; inoltre i titolari dell’autorimessa devono rifiutare di far entrare macchine con perdite consistenti di carburante (l’olio lubrificante è escluso), non revisionate oppure non omologate. Se si rispettano questi vincoli, i costi dell’impiantistica non sono poi così elevati, altrimenti i costi salgono, e di parecchio. Gli aspetti principali da considerare nella realizzazione degli impianti elettrici sono la sicurezza e l’efficienza: non dimentichiamolo!