Come si sa ogni casa deve avere un impianto elettrico, cioè un insieme di componenti che trasmettano l’energia elettrica a tutto l’ambiente domestico. Realizzare un impianto elettrico civile è necessario ed in realtà non è nemmeno molto difficile, basta infatti essere dotati della giusta attrezzature, del giusto progetto e soprattutto seguire tutte le direttive di sicurezza.
Le normative per gli impianti domestici
Vanno innanzitutto chiarite le normative che regolano la realizzazione degli impianti elettrici: nel corso degli anni infatti c’è stata un’evoluzione della tecnologia, e per questo motivo anche le leggi si sono dovute adeguare ai tempi; l’entrata in vigore della norma CEI 64-8 il primo marzo 1993 ha infatti stabilito le modalità con le quali un impianto elettrico deve essere fatto, con le regole sui limiti prestazionali di questi ultimi.
La normativa inoltre ricorda che l’impianto elettrico deve essere realizzato soltanto da ditte iscritte regolarmente alla Camera di Commercio del loro settore, e che qualsiasi modifica o intervento deve essere fatto da personale abilitato. Quindi in un modo o nell’altro si consiglia la lettura di questo articolo per avere le giuste nozioni su come fare un impianto elettrico domestico.
Aggiornamenti normativi
Dopo la prima normativa CEI, l’Italia recepisce per l’impianto elettrico civile con il testo unico dell’edilizia (= DPR 6/6/2001 n° 380) e con il DM n° 37 del 15/4/2008. Queste norme dicono che quando si ristruttura un impianto si deve fare comunicazione al Comune dove si trova l’immobile.
In più, per gli interventi straordinari sugli impianti elettrici (progettazione, trasformazione, installazione e ampliamento), non si può fare da soli, ma si deve seguire un progetto redatto da un esperto.
La stessa CEI 64-8 subisce diversi aggiornamenti, soprattutto nel 2011, nel 2012 (con entrata in vigore nel 2013) e nel 2016.
Nel 2011, la modifica V3 inserisce l’interruttore di emergenza per l’impianto, regola una differenza del 15% tra la capienza modulare e il quadro elettrico e molto altro ancora. Infatti, si modifica il conduttore di protezione PE per favorire successivi scarichi di tensione, si inserisce il collegamento entra/esci nelle prese, si sancisce l’obbligo degli interruttori differenziali. Infine, si richiede lo Schuko per le lavatrici e l’elettrovalvola per gli impianti a gas.
Nel 2012 si cambiano le parti:
- V1. Parti 4-5-7. Oltre all’alimentazione delle auto elettriche, si fanno normative più stringenti su guasti agli impianti, messa a terra e come usare le cassette di derivazione favorendo la dispersione del calore.
- V2. Parti 5-7. Si aggiungono norme sulle strutture ausiliarie e su come devono essere gli impianti negli ambienti medici. Si specifica anche come eseguire correttamente gli impianti elettrici nei bagni e il dovere dell’azienda che si occupa dell’impianto a fornire copia del progetto al committente su richiesta.
Nel 2016, invece, arriva un’aggiunta (8.1) sull’efficienza degli impianti energetici: quindi, l’impianto elettrico civile deve essere progettato anche dal punto di vista dell’efficienza.
Ulteriori modifiche alla CEI 64-8 sono arrivate nel 2017, con:
- L’aggiunta nel capitolo 42 delle nuove normative antincendio e il consigliare un dispositivo di rilevazione del guasto d’arco dove il rischio è maggiore.
- Parti 5 e 7. Qui ci sono delle raccomandazioni sui tipi di prodotti da usare come: dispositivi di protezione, generatori a bassa tensione, apparecchi e impianti di illuminazione, coordinamento tra questi dispositivi, illuminazione esterna, impianti a bassa tensione e sistemi di riscaldamento sui soffitti e pavimento.
- Modifica parte V4. Indica come costruire nel rispetto delle normative i cavi elettrici che vengono poi usati per questi impianti.
Progettazione di un impianto elettrico
Innanzitutto si parte dalla progettazione dell’impianto: ogni abitazione è dotata infatti di un contatore che viene fornito dall’azienda elettrica (in genere da 3 kW, ma possono anche essere da 4,5 oppure da 6 a seconda degli accordi con l’utenza), dal quale parte una rete di cavi elettrici che arrivano al quadro generale e di seguito a tutti gli interruttori magnotermici, l’interruttore differenziale salvavita che serviranno in caso di sovraccarico ad evitare incendi; questi infatti sono sensibili al surriscaldamento e interrompono il flusso di corrente.
A questi si aggiungono le prese per l’attacco degli elettrodomestici e le normali prese, gli interruttori semplici o composti per il controllo dei punti luce, e una messa a terra dell’impianto.
Per questo motivo l’impianto elettrico civile va progettato tenendo conto dell’arredamento che si è pensato di inserire all’interno della nostra casa, sapendo la posizione di tutte le lampade, e di tutti gli elettrodomestici, dalla televisione al frigorifero; allo stesso tempo però le prese devono essere distribuite uniformemente lungo le pareti. Va quindi fatta una progettazione tenendo conto di tutti i fattori.
Per ogni tipo di componente saranno necessari due circuiti diversi: uno da 16 ampere per le prese, e l’altro per le luci da 10 ampere. Le prese devono essere messe a 30 cm da terra, oppure ad 1 m/1,20 m, come per gli interruttori.
I cavi conduttori sono tre: per la fase corrente; per il neutro; per la messa a terra. Questi devono essere assolutamente di tre colori convenzionali diversi: il nero, grigio o marrone per la fase ; l’azzurro o il celeste per il neutro; il giallo e verde per la terra.
Infine va deciso che tipo di impianto preferiamo, se un incassato o esterno. Il primo caso è più costoso, ma è all’interno delle pareti e quindi non provoca problemi.
Cosa servirà per un impianto elettrico
Oltre ai cavi e le altre componenti sopra citate, per un impianto elettrico avremo bisogno di scatole da incasso nelle quali saranno alloggiate le prese; i cavi saranno collegati attraverso delle scatole di derivazione. Per il punto elettrico avremo bisogno di prese e di interruttori semplici (da completare con le placche esterne).
Come si struttura un impianto elettrico
Secondo le normative l’impianto elettrico domestico si struttura secondo tre livelli di dotazione e agli standard di comfort.
Il primo livello richiede, come già accennato in precedenza, che la prese debbano essere posizionate in maniera uniforme, e che una di esse dovrà essere posizionata vicino alla porta della stanza. Nella cucina è stabilito un minimo di prese da inserire sul piano di lavoro; nel bagno invece sono richiesti almeno due punti di presa. Per ogni presa telefonica ed ogni presa per la televisione, deve essere associata un punto presa; solitamente per le prese TV sono richieste almeno 6 prese.
Il comando dei diversi punti luce va inserito vicino alla porta dell’ingresso di una stanza, ai quali si aggiungeranno nel caso gli altri controlli. Per giardini, balconi, terrazzi o portici deve essere installato un punto luce e una presa. Per l’ingresso va collocato almeno un punto luce e una presa, lo stesso nei corridoi di transito, mentre per i ripostigli può bastare anche un solo punto luce. È obbligatoria l’installazione di dispositivi di illuminazione di sicurezza.
Il secondo livello invece prevede che il sistema di controllo dei carichi, con la funzione di poter scollegare i carichi non importanti; in questo modo si evitano distacchi in caso di richiesta eccessiva di potenza. Il terzo livello invece prevede un impianto molto più complesso con controlli di domotica, come impianti antintrusione, termostati, e automazione delle tapparelle.
Data la pericolisità della gestione dell’energia che ad oggi vede sempre al di sotto di un 100% il suo livello di pericolosità (scrivo con terminologia poco tecnica), si dovrebbe cercare un modo per poter confidare meno sull’energia elettrica (che di per sè è anche un problema di gestione cittadino-statale nei vari livelli).
Importante è l’apporto della domotica, che dovrebbe cercare un corretto nesso tra meccanica ed elettricità, puntando maggiormente sui fattori meccanici e aggiungendo la parte elettrica a sopperire le mancanze meccaniche. Esempio: per alzare la serranda di casa…un macchinario che semmai sfrutta più delle batterie e allo stesso tempo possa permettere un uso manuale. Anche la cucina (in merito anche ad altre fonti energetiche) dovrebbe trovare un utilizzo che faccia decisamente scendere il livello energetico utilizzato, sia elettrico o di altra fonte energetica (come il gas…).
Oggi, praticamente, le città sono, per così dire, intrappolate in tessuti impiantistici, sotterraneie ed aerei, elettrici (oltre altri la presenza di altri impianti) non permettendo neanche un facile intervento in prossimità di colonnine di trasmissioneAnche per una questione ambientale. Altro esempio: le macchine elettriche sicuramente possono ridurre il problema degli scarichi, ma rimane il trasferimento di calore…oltre il problema delle fabbriche di costruzione di batterie e simili…Si dovrebbe poter confidare meno nell’elettricità per permetterne un utilizzo anche più certo e sicuro che superi, in sicurezza, la soglia del 100%…
Dò per scontato un motto personale…permettetemi…