Quando dobbiamo sostituire una lampadina, spesso siamo sopraffatti dai dubbi. Qual è la lampadina giusta per noi? Qual è la differenza tra gli attacchi per le lampadine? Quale presa devo scegliere per l’acquisto di lampadine a led? A queste e altre domande risponderemo nelle prossime righe.
Quali sono gli attacchi delle lampadine?
L’attacco della lampadina è la sezione in cui sono installati il bulbo, ovvero l’involucro esterno, e il corpo illuminante, quindi quell’elemento che una volta alimentato è capace di generare luce. L’attacco della lampadina si inserisce nel portalampada che trasferisce la corrente dalla fonte di alimentazione alla lampadina. Ogni lampada è dotata di un portalampada specifico per cui sarà possibile installare una sola tipologia di lampadina.
Indipendentemente dal tipo di lampadina, se LED o alogena o fluorescente, dobbiamo sapere necessariamente quale attacco si rivela corretto per le lampade dove tali lampadine andranno installate. Molto spesso infatti, ci si sofferma solamente sulla forma del bulbo, ma a fare davvero la differenza è proprio l’attacco. Per facilitare maggiormente la scelta, di seguito l’elenco degli attacchi più comuni:
- E14. Lampadine a vite stretta.
- E27. Lampadine a vite larga.
- GU10. Lampadine a blocco.
- G4. Lampadine bispina.
Le lampadine con gli attacchi più comuni, dotate di un filetto sull’attacco stesso, sono le E14 e le E27. La differenza tra queste due tipologie di lampadine è rappresentata dalla dimensione dell’attacco (base filettata). Il numero presente nel nome infatti (E14, E27), indica il diametro dell’attacco, espresso in millimetri, mentre la E è una lettera regolare che definisce il sistema di connettori a vite per lampadine sviluppato da Thomas Edison (attacchi Edison).
In altre parole l’attacco E14 ha un diametro di 14 millimetri, mentre l’attacco E27 ha un diametro di 27 millimetri. Anche se più rare, è possibile trovare in commercio anche lampadine E40, che in questo caso hanno un attacco con un diametro di 40 millimetri. Un altro tipo di lampadina è quella con l’attacco E10, specifico per applicazioni in bassa tensione. Tale tipologia di attacco viene impiegata ad esempio nelle catene natalizie o nelle torce di vecchia generazione.
Per quanto riguarda l’illuminazione che prevede l’utilizzo di faretti, le lampadine di riferimento più comuni hanno un tipo di attacco totalmente diverso rispetto alla tipologia a vite. Al contrario, hanno connettori da inserire nei fori di riferimento. Le seguenti abbreviazioni sono le più comuni per questo tipo di attacco: G9, GU10, G4, GU4, G5.3 o GX53. Nel caso si dovessero sostituire lampade alogene con faretti a risparmio energetico, sarebbe necessario prestare attenzione alla distanza tra i due elementi della spina.
Uno degli attacchi sicuramente più diffusi è il GU10, un attacco composto da due connettori a forma di punta posti all’estremità del bulbo. L’inserimento di questo tipo di attacco nel portalampada si rivela davvero molto semplice, dal momento che basta inserire il connettore nel foro e ruotarlo di mezzo giro per fissarlo alla staffa. Altri tipi sono G9 e G4. Questi sono attacchi per lampadine molto piccole costituiti da 2 piccoli aghi inseriti nel bulbo con una semplice pressione delle dita per fissarli alla base.
Anche in questo caso il numero che compare nella sigla di tipo G indica il diametro. Altre tipologie di attacchi sono gli R7S, particolarmente utili per faretti più grandi, come quelli utilizzati nei campi da calcio. Anche in questo caso, inserendo questo tipo di bulbo, basterà una semplice pressione per rendere operativa la lampadina. Le lampadine con attacco G53 invece, sono utilizzate principalmente per fari di medie dimensioni per l’illuminazione esterna comune. Questo tipo di attacco è utilizzato per luci multi-LED ed è composto da due lame distanti 53 mm l’una dall’altra.
Le tecnologie luminose
Oltre alla distinzione sulle tipologie di attacchi delle lampadine, delle precisazioni devono essere fatte in merito alle varie tecnologie. In origine le lampadine avevano un filamento interno che una volta attraversato dall’energia elettrica si riscaldava emettendo radiazioni, quindi luce. Si trattava di una tecnologia obsoleta, poco risparmiosa e per questo motivo anche poco rispettosa dell’ambiente. Dal 2009 la produzione di queste lampadine è stata resa fuori legge.
In sostituzione delle lampadine a filamento arrivarono le lampade a risparmio energetico. Come facilmente intuibile dal nome, permettevano un risparmio sui consumi di energia elettrica. Il funzionamento era del tutto simile a quello di un neon. Tali lampadine contenevano all’interno corrente elettrica che veniva guidata attraverso un tubo contenente il gas argon e una piccola quantità di vapori di mercurio. Nonostante il passo in avanti fosse innegabile, c’erano comunque delle controindicazioni.
La prima di queste era data dal ritardo della capacità massima di illuminazione dal momento in cui veniva acceso l’interruttore. In alcuni casi il ritardo poteva essere notevole, rendendo l’utilizzo piuttosto fastidioso. La tecnologia d’illuminazione più moderna invece, è quella LED. In questo caso il risparmio energetico massimo, esattamente come la resa luminosa delle lampadine. Ma come funziona questa tecnologia? Un LED è un componente elettronico che emette luce priva di infrarossi e ultravioletti.
Tale componente si accende istantaneamente al passaggio di una corrente minima. La tecnologia LED (Light Emitting Diode) rappresenta un’evoluzione dell’illuminazione a stato solido, dovela produzione di luce è ottenuta utilizzando semiconduttori anziché filamenti o gas. L’illuminazione a LED è più efficiente dal punto di vista energetico, dura più a lungo ed è più sostenibile. Consente inoltre un uso innovativo e creativo di soluzioni per integrare la luce nelle nostre case, automobili, negozi e città.
I LED sono destinati nel tempo a sostituire le tradizionali lampade a incandescenza e fluorescenti, e in realtà questo passaggio di consegne tra tecnologie è già a buon punto. Le lampade LED, disponibili con qualsiasi degli attacchi di cui abbiamo parlato in precedenza, hanno un costo superiore rispetto alle altre (anche se negli ultimi anni è andato comunque diminuendo), ma di contro possono funzionare per moltissime ore. Basti pensare che la vita media di una lampada led è di 50.000 ore. A seconda della qualità e della lampadina, in realtà questo valore può aumentare sensibilmente. Una vecchia lampada a filamento invece, arrivava mediamente sulle 1.500 ore di funzionamento.