Negli ultimi anni, rifasare i propri impianti è diventato un vero e proprio “must”: questa pratica permette, infatti, di poter migliorare ed economizzare la distribuzione dell’energia da parte dei nostri impianti elettrici. Andiamo a vedere nello specifico cosa intendiamo per rifasamento e, in generale, come funzionano gli impianti di rifasamento.
Che cosa si intende per rifasamento
Possiamo definire come “rifasamento” un qualunque miglioramento o potenziamento (o possiamo usare l’espressione comune “a migliorare”) il fattore di potenza (cos φ) di un determinato carico, per far sì che venga ridotto, con pari valori di potenza attiva assorbita, il valore di tutta la corrente che scorre attraverso l’impianto elettrico. In maniera generale esso serve principalmente per ridurre i cali di energia e di ridurre le potenze apparenti a cui vanno proporzionati i macchinari e tutte le linee collegate all’impianto.
A cosa serve il rifasamento
Come abbiamo già accennato, il rifasamento può portare a tantissimi vantaggi, tra i quali: la diminuzione generale della corrente totale, considerandola con una trasmissione a pari potenza attiva; una considerevole diminuzione o addirittura l’annullamento totale, della componente in quadratura della corrente, considerata sempre a pari potenza attiva trasmessa. Questa diminuzione della corrente totale conduce ad un vantaggio considerevole rappresentato da una minore perdita di energia e porta, inoltre, ad una notevole riduzione di tutte le potenze apparenti; inoltre, per quelle linee limitate per problemi termici, assicura una maggiore conduzione di energia. Inoltre, la diminuzione della componente in quadratura assicura un rischio minore di cali di tensione; grazie a ciò, l’intero impianto risulterà migliorato, specie quelle sezioni dove i cali di tensione potevano ostacolare lo scorrimento elettrico.
Esempi di impianti di rifasamento
Come sono formati gli impianti di rifasamento? Cerchiamo di analizzarlo, partendo da una componente fondamentale: i condensatori. Di solito, i condensatori si costruiscono, nella maggior parte dei casi, avvolgendo due film posti di fianco, ottenendo un cilindro molto compatto, che viene lasciato essiccare e poi impregnato per sfavorire la formazione di bolle d’aria che potrebbero rappresentare un pericolo di scarica. Da questi cilindri vengono fatte partire due alette metalliche collegate ai terminali, collegati tramite il modello in serie o quello in parallelo con ulteriori cilindri ed elementi in modo da formare una batteria di condensatori. Esistono varie tipologie di condensatori: un esempio sono i condensatori a bassa tensione e quelli definiti a media tensione che, di solito, si utilizzano nel rifasamento degli impianti in cabina. Inoltre, per i modelli a bassa tensione vengono generalmente utilizzati anche per il rifasamento delle lampade o comunque di piccoli oggetti elettrici. A seconda del tipo di collegamento tra i vari condensatori, il sistema avrà una maggiore energia generale oppure una maggiore capacità energetica generale.