Da qualche mese ha fatto la sua comparsa il libretto di impianto elettrico, una carta d’identità dell’impianto elettrico nata per dare al proprietario di casa e all’installatore un’ulteriore garanzia di sicurezza.
Scopriamo qualcosa in più riguardo a questa novità.
Cos’è dunque il libretto di impianto elettrico?
È un “documento di circolazione” che viene consegnato al proprietario di casa: unito alla dichiarazione di conformità, attesta la realizzazione dell’impianto a regola d’arte e, di conseguenza, la sua sicurezza. Non è obbligatorio per legge, ma dà una grossa mano d’aiuto sia al conduttore che all’installatore nel mantenere in piena efficienza l’impianto elettrico.
Il libretto è stato predisposto dall’associazione senza scopo di lucro Prosiel, impegnata nella promozione dell’uso consapevole e razionale dell’energia elettrica: il libretto è nato per agevolare il controllo dello stato dell’impianto in modo da ridurre al minimo i consumi energetici e gli incidenti domestici.
Cosa contiene il libretto
Il libretto contiene innanzi tutto i dati dell’installatore e del responsabile tecnico, la dotazione dell’impianto e la descrizione costruttiva.
Oltre a questi dati, abbiamo la parte dedicata alle “verifiche periodiche“, ossia il calendario di tutti gli interventi di manutenzione decisi dall’installatore e ai rapporti ad essi relativi.
La parte più interessante per il proprietario di casa è quella dedicata ai consigli su come risparmiare energia elettrica, come gestire l’impianto e soprattutto alle regole per la sicurezza personale e dell’abitazione (“Cosa non fare”).
Infine, troviamo “l’elenco allegati“, con le guide tecniche sulle apparecchiature installate e i certificati di garanzia.
Nella parte del libretto in cui si trova la descrizione costruttiva e l’elenco delle dotazioni, si trova anche la classificazione degli impianti secondo i tre livelli stabiliti dalla variante v3 della norma CEI 64-8: livello base, livello standard e livello domotico.
I vantaggi per installatore e proprietario (o affittuario)
Il libretto presenta alcuni vantaggi sia per i consumatori (proprietari e conduttori), sia per gli installatori.
Grazie al libretto, il proprietario può controllare gli interventi di manutenzione e accertarsi che non sia passato troppo tempo dall’ultimo, può ricavare indicazioni preziose sui comportamenti da adottare per non sprecare corrente elettrica ed evitare rischi per la propria salute.
Il libretto è utilissimo anche agli installatori, che possono tener d’occhio lo stato di un impianto elettrico e intervenire tempestivamente qualora sia necessario. Consegnare il libretto insieme alla dichiarazione di conformità alla normativa vigente (obbligatoria) è un plus che attesta in maniera inequivocabile la professionalità e la qualità del lavoro svolto.
Le norme di riferimento: facciamo un ripasso
Come già detto in precedenza, le norme relative all’installazione di un impianto elettrico a regola d’arte sono il DM 37/8 (che ha sostituito la 46/90) e la variante V3 della norma CEI 64-8 (norma obbligatoria dal 2011).
Il DM 37/8 prevede che, al termine dell’installazione dell’impianto elettrico, il professionista o l’impresa che ha fatto l’opera rilasci una dichiarazione di conformità al committente, dichiarazione che dovrà essere consegnata in duplice copia entro 30 giorni dalla fine dei lavori allo Sportello Unico per l’edilizia del Comune, insieme la progetto o il certificato di collaudo.
Come già accennato, la variante V3 della norma CEI 64-8 (l’ultima versione, che introduce il capitolo 37, è del 2012) stabilisce tre livelli di dotazione dell’impianto elettrico: il livello 1, cioè il livello base, il livello 2, denominato “standard”, e il livello 3, quello più “avanzato”, il livello domotico. Al di sotto del livello 1, l’impianto è fuorilegge.
A seconda della grandezza dell’abitazione, l’impianto deve avere una potenza minima: 3 kWper superfici fino a 75 mq e 6 kW per superfici superiori. I cavi devono essere sfilabili e dev’essere presente un dispositivo di illuminazione di sicurezza.
L’interruttore differenziale dev’essere selettivo nei confronti di tutti gli interruttori differenziali installati “a valle” dell’abitazione e deve avere un dispositivo di richiusura automatica.
La norma, inoltre, consiglia di usare interruttori differenziali di tipo A e prescrive che la protezione differenziale debba essere divisa almeno su due interruttori.