Al momento di realizzare o aggiornare il proprio impianto elettrico, uno dei dubbi maggiori in cui possiamo incappare è quello relativo al giusto dimensionamento dei cavi elettrici. Si tratta, infatti, di un aspetto che comporta molti fattori da prendere in considerazione, come l’assorbimento di corrente, il tipo di posa, l’isolante, la lunghezza della linea, le condizioni ambientali e via così; in realtà, comunque, quando abbiamo a che fare con interventi piccoli o medi su impianti civili il fattore principale è sicuramente l’assorbimento di corrente, espresso in Ampere.
Le dimensioni dei cavi elettrici
In commercio esistono ovviamente cavi elettrici di differenti sezioni, che vanno da 1,5 millimetri quadrati fino a 35; questo dato rappresenta la sezione di un cavo elettrico e indica l’area espressa in millimetri quadrati costituita dai fili di rame che passano al suo interno. Pertanto, in base alla quantità di fili di rame presenti saremo di fronte a un cavo più o meno grande. Continuando con le informazioni generali, più estesa è la sezione di un cavo elettrico e maggiore sarà la corrente che passerà, a fronte di una minor perdita di energia dissipata. Dimensionare in modo opportuno e adeguato i cavi elettrici significa quindi ottimizzare l’efficienza del nostro impianto elettrico, e pertanto è un criterio decisivo per capire quale cavo comprare.
Come si calcola il dimensionamento dei cavi elettrici
In dettaglio, per dimensionare o verificare una linea elettrica di potenza possono essere adottati principalmente due metodi: il primo è detto metodo della portata, il secondo metodo della caduta di tensione massima ammissibile; entrambi possono essere utilizzati in maniera alternativa sia come strumento di dimensionamento che di verifica. Il primo, infatti, consente di scegliere la sezione più idonea del cavo, mentre successivamente si verifica il rispetto della caduta di sezione del conduttore su cui è ricaduta la scelta.
Alcuni consigli per il dimensionamento dei cavi elettrici
A livello generale, si ritiene che per linee elettriche di modesta lunghezza le cadute di tensione siano “trascurabili”m e pertanto si può procedere a dimensionare il cavo mediante la portata. Al contrario, quando ci troviamo di fronte a un impianto di lunghezza superiore, la sezione del cavo andrà scelta in base alla caduta di tensione massima ammissibile, e solo in seguito si verifica se la corrente che effettivamente circola sia inferiore alla portata del cavo stesso.
Il metodo della caduta di tensione
I criteri da prendere in considerazione per questo procedimento sono essenzialmente due; innanzitutto, bisogna conoscere la potenza impiegata, dunque la corrente circolante nella linea. Per gestire il dimensionamento, allora, si impone la caduta di tensione ammissibile e si calcola la corrispondente sezione, scegliendo la sezione commerciale del cavo immediatamente superiore a quella calcolata. Per verificare la correttezza dell’operazione, bisogna rapportare la sezione del cavo alla caduta di tensione effettiva: se è superiore a quella ammessa, infatti, occorre aumentare la sezione e scegliere un cavo più grande.
Il metodo della portata
Differente invece la situazione di partenza dell’altro metodo, in cui sono note sia la potenza impiegata (e quindi la corrente circolante nella linea), sia le tipologie di cavo, isolante, posa, nonché il numero di cavi attivi presenti nella conduttura comune. In questo caso, da tabella si opta per un cavo di sezione con portata immediatamente superiore alla corrente effettivamente circolante, e per verificare si fa ancora riferimento alla tabella classica (pertanto, se la sezione è inferiore alla corrente circolante bisogna scegliere un cavo più grande).
L’importanza del dimensionamento dei cavi
Quanto scritto serve a sottolineare l’importanza di prestare accortezza in questo processo: la scelta di una sezione di cavo troppo piccola, infatti, comporterebbe un alto rischio nella sicurezza sia dell’impianto stesso che, ovviamente, delle persone e cose ad esso vicine, poiché saremmo in presenza di un’elevata corrente che passa su una sezione di cavo troppo piccola, generando così un elevato calore lungo il cavo (il cosiddetto effetto Joule) e rendendo più probabili i casi di corto circuiti e incendi.