Se ne sente parlare molto spesso, ma pochi sanno cosa effettivamente sia e quali siano i problemi causati da questa tipologia di inquinamento molto sottovalutata: l’inquinamento luminoso è un problema serio, che viene preso sottogamba dalla maggior parte della popolazione.
Che cos’è l’inquinamento luminoso
Quello dell’inquinamento luminoso è un problema che anno dopo anno continua a peggiorare: esso consiste in un disturbo della visibilità del cielo da parte delle luci artificiali, come quelle delle nostre case o di quelle di palazzi e strada. Infatti quasi tutte le tipologie di impianti di illuminazione degli edifici moderni, dagli stadi ai semplici pali della luce, disperdono la maggior parte della luce da loro prodotta verso il cielo. Questa “dispersione” genera diversi disturbi, sia alla visibilità che agli astronomi, che trovano difficoltà a fotografare il cielo.
Quali sono i danni dell’inquinamento luminoso
Ma non bisogna limitarsi soltanto ai danni che questo fenomeno ha sulla vita dell’uomo: infatti, l’inquinamento luminoso provoca moltissimi danni anche agli animali e alle piante, come testimoniato da diversi studi condotti in merito. Come abbiamo detto, l’illuminazione artificiale crea un vero e proprio “velo” che copre il cielo, non permettendo alla luce degli astri di filtrare. Ciò potrebbe apparire, a prima vista, come un problema che riguarda solo e unicamente gli astronomi, che non posso più condurre i loro studi sugli astri della nostra galassia. Invece gli squilibri riguardano anche la fauna: col cielo illuminato i normali cicli di sonno possono essere disturbati e le piante possono andare incontro ad alcune condizioni dovute dalla troppa presenza di luce.
L’importanza della lotta all’inquinamento luminoso
Sono vari i problemi che causa l’inquinamento luminoso, e sta diventando sempre più importante organizzare delle vere e proprie azioni per far sì che il fenomeno venga contenuto. Si conti che a causa di questo problema sta diventando praticamente impossibile fotografe il cielo notturno e studiarlo, ragion per cui gli osservatori astronomici stanno diventando sempre più rari e costruiti solo in posti del tutto isolati. Un altro problema riguarda l’incredibile spreco di energia di cui l’inquinamento luminoso è testimone: tutta l’energia dispersa verso l’alto non può essere in alcun modo recuperata e, anno dopo anno, le emissioni si fanno sempre più pesanti. Per avere un’idea di quanto sia esteso il fenomeno, basta osservare le foto satellitari degli Stati Uniti.
La risposta statale
Nel nostro paese, grazie soprattutto alle attività di diverse associazioni che da anni combattono contro questo fenomeno, siamo riusciti ad ottenere diverse normative che regolano e contengono il problema della dispersione di luce nel cielo. Ovviamente questi provvedimenti impongono: un certo tipo di fabbricazione degli apparecchi di illuminazione; un limite per l’uso di energia elettrica; orari in cui l’illuminazione va tolta. Tra le più importanti, non si possono non citare: L.R. Lombardia 17/2000 integrata da D.G.R. Lombardia 2611/2000, L.R. Lombardia 38/2004 e regolamento di attuazione D.G.R. Lombardia 7/6162/2001, L.R. Marche 10/2002, L.R. Emilia-Romagna 19/2003, L.R. Umbria 20/2005, L.R., Abruzzo 12/2005, L.R. Puglia 15/2005. L.R. Friuli-Venezia Giulia 15/2007, L.R. Liguria 22/2007. Attualmente sono 5 le regioni italiane che non hanno ancora adottato un piano anti-inquinamento, ma nel giro di pochi anche queste ultime dovrebbero entrare nel programma di risparmio energetico.