Il nastro isolante è un particolare nastro adesivo che serve a isolare i cavi elettrici in cui c’è passaggi o di tensione elettrica e per ricoprire parti di filo scoperte senza sostituire tutta la guaina protettiva. Un tipico utilizzo è nelle scatole di derivazione per unire i fili elettrici: se è di buona qualità il nastro isolante è pratico e sicuro.
In commercio si trovano nastri isolanti di spessore, larghezza e lunghezza diversi: solitamente, la lunghezza varia dai 10 ai 25 metri e la larghezza dagli 8 ai 10 millimetri. Il nastro può essere autoadesivo, il tipo più comune, o autoagglomerato, che ha un’etichetta da rimuoverle prima dell’uso. Il nastro isolante più comune è quello nero, ma nei negozi specializzati troviamo anche nastri isolanti colorati (blu, giallo, nero…), che possono servire a distinguere i diversi fili elettrici (messa a terra, neutro e fase).
Il nastro isolante è composto da un materiale elastico e spesso e ha ottime capacità di allungamento e di carico di rottura: il collante speciale che ricopre una delle facce del nastro è in grado di aderire perfettamente ai cavi elettrici.
Rivestire un cavo elettrico con il nastro isolante è detto nastratura: prima di procedere con l’operazione, dobbiamo accertarci che la superficie da nastrare sia ben sgrassata e pulita, altrimenti il nastro rischia di non aderire bene.
Come si fa la nastratura?
Anche se sembra semplice, nastrare un filo elettrico è un’operazione da fare con attenzione e precisione.
Dopo averne alzato un lembo, bisogna premere con forza il nastro sul cavo e fargli fare un giro su se stesso. Ora va srotolato e applicato sul cavo stando ben attenti a mantenere teso il nastro. Ogni giro va sovrapposto più o meno a metà del giro precedente. L’ultimo giro, come il primo, dev’essere fatto su se stessa.
Ultimamente, gli esperti consigliano di sostituire il nastro isolante con i morsetti per collegare i fili elettrici: il nastro isolante resta comunque un prodotto pratico e sicuro, a patto che sia di alta qualità.
I tipi di nastro isolanti in commercio
Come già accennato, in commercio troviamo molti tipi di nastri isolanti: a distinguerli non è solo la lunghezza, la larghezza o lo spessore, ma anche il materiale di cui sono composti.
Il nastro isolante in Pvc ha ottime caratteristiche, è autoestinguente, resistente e solido e garantisce isolamenti e allungabilità eccellenti (a patto che sia di buona qualità).
Il nastro in fibra di vetro è caratterizzato da un rivestimento in cartene, è incombustibile e non assorbe l’umidità: questo tipo di nastro isolante serve per fissare cavi elettrici sottoposti a temperature molto elevate (per esempio, fili elettrici in caldaie e forni).
Il nastro isolante in calza di rame, molto flessibile, non isola dalla corrente, ma serve per schermare le antenne per evitare interferenze. Esiste poi il cosiddetto adesivo argentato, il “duck tape”, che può avere o no una funzione isolante.
Infine, il nastro isolante liquido, poco conosciuto, costituito da materiali come l’uretano, utilizzato per l’elettronica e il modellismo.
Oltre che per rivestire i fili elettrici, il nastro isolante può tornare utile anche per altri scopi: per esempio, può essere usato al posto dei gommini sotto le gambe del tavolo o delle sedie, per i lavoretti dei bimbi o per rimuovere residui adesivi da mensole e scaffali.
Nel nostro store trovate vari tipi di nastro isolante, per tutti gli usi e le necessità.