Sempre più aziende e uffici, ma anche ambienti domestici, soprattutto a causa delle leggi degli ultimi anni si vedono costretti a rifasare l’impianto elettrico. Ciò dovrebbe portare a un abbassamento degli sprechi elettrici e a ridurre i costi delle bollette. In questi casi è importante rivolgersi ad un esperto del settore. In questo articolo vedremo come funziona il rifasamento e quando va effettuato sugli impianti elettrici.
Che cos’è il rifasamento
Viene definito rifasamento qualsiasi procedimento atto a incrementare o comunque modificare il fattore di potenza (indicato col simbolo cos φ) di un qualsiasi carico, in modo da ridurre, considerandolo a potenza attiva assorbita, il valore di tutta la corrente che circola all’interno dell’impianto. Lo scopo principale del rifasamento è quello di ridurre, in generale, gli sprechi di energia all’interno del sistema, oltre che le forze apparenti.
Quando è necessario rifasare gli impianti elettrici
Questa operazione ha acquisito notorietà soltanto lo scorso anno: infatti, dopo un provvedimento legislativo entrato in vigore lo scorso gennaio, gli enti di distribuzione elettrica hanno inserito nei propri contratti l’obbligo del rifasamento degli impianti per i propri clienti, atto a ridurre gli sprechi energetici e a non far lievitare troppo la bolletta. In particolare sono stati inseriti nel disegno di legge tutti quegli impianti di basso voltaggio o che comunque non superano i 15Kw. Esistono, inoltre, delle piccole clausole atte a distinguere gli impianti che necessitano di rifasamento: tramite il calcolo del fattore di potenza mensile, possiamo infatti sapere se dobbiamo rifasare o meno l’impianto e se dobbiamo inoltre pagare una penale. Infatti, quando il fattore di potenza medio mensile non arriva a 0,7 vi è l’obbligo di rifasare l’impianto; quando invece questo supera gli 0,7 e arriva fino a 0,9 non bisogna necessariamente rifasare l’impianto ma bisogna pagare una penale per l’energia reattiva; quando poi il fattore super il valore di 0,9 non c’è l’obbligo di rifasare l’impianto e non bisogna pagare alcuna penale.
Come si effettua il rifasamento di un impianto elettrico
Cerchiamo adesso di capire come funzionano gli impianti di rifasamento partendo dall’analisi di uno dei componenti principali di questi, il condensatore. Questi componenti vengono solitamente costruiti avvolgendo due film posti di fianco, andando a formare quindi un cilindro molto compatto, che viene poi lasciato essiccare per evitare il presentarsi di bolle d’aria, serio pericolo di scarica elettrica. Dal cilindro due alette meccaniche partono e si collegano ai terminali, venendo poi collegati in serie o quello in parallelo con altri cilindri ed elementi in modo da formare una batteria di condensatori. A seconda del tipo di rifasamento, abbiamo varie tipologie di condensatori: citiamo per esempio i condensatori a bassa tensione e oppure quelli a media tensione che vengono solitamente utilizzati nel rifasamento degli impianti in cabina. Le batterie di condensatori a bassa tensione vengono generalmente utilizzate anche per il rifasamento delle lampade o comunque di piccoli oggetti elettrici.